Il palcoscenico dell’urbano
L’avvicinamento è graduale. Precise altezze, determinate lunghezze, sicure distanze vengono meno.
Quello che si scorge sono soggetti a sè stanti, attori silenti, occhi che niente hanno a che fare con le finestre dalle quali guardiamo. Variando i nostri esatti percorsi si svela come una finzione sia insita nei nostri paesaggi. Il percorso intrapreso è un viaggio nelle possibilità, in particolari che aprono interi scenari. In questi ritagli privi di ogni funzione nasce una nuova e potenziale azione.
L’invito è quello alla visione, a guardare nelle pieghe della nostra città: la scena è già lì.