Scopro che le donne, i busti, i loro sguardi, le code dei cavalli, hanno dato vita ad un gioco silente con questo paesaggio vivente.
C’è forza, c’è poesia.
Incontro sguardi divertiti, Mosè che imperterrito e tronfio declama, c’è chi ha scelto di stendersi e mirare il cielo mentre i cavalli fanno capolino tra le foglie indecisi se partire al galoppo.

C’è chiasso, ognuno con la sua voce, ciascuno con la propria storia da raccontare, tutti decisi e pieni di fervore.
Una patina di colore li accomuna, chi cerca conforto sulla spalla del compagno di sempre, chi corre da solo, chi invece si lancia in una battaglia tutta sua.

Credevo di incontrare l’immobilità,
ho scoperto la vita.

Mi piace immaginare che le code ondeggianti dei cavalli siano ad oggi sempre piene d’aria, a portare quel movimento chissà dove.
Credo già sapessero che presto sarebbe arrivato il momento di cambiare casa per lasciare spazio ad una nuova storia. 

Come la natura ci insegna, tutto è sempre in costante movimento.